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La superficie del gioiello

23 GENNAIO – 1 MAGGIO 2016

"Interfaccia tra oggetto e ambiente ma anche tra individuo e oggetto, la superficie è il luogo in cui si raccontano matericità, stile, tecnologie e valori del gioiello contemporaneo. Questo libro mostra il lavoro di settantasei progettisti, tra maestri dell’arte orafa, giovani designer e artigiani internazionali che hanno trattato il tema della superficie attraverso le tecniche artigianali e digitali, le metamorfosi materiche, formali e cromatiche, il contatto visivo e tattile, la duplicità di significato e la relazione tra pelle, corpo e abito. Una ricerca di superficie, non superficiale."

Livia Tenuta


Pensare al gioiello in termini di pelle significa pertanto ricondurlo nelle categorie del dibattito artistico, stabilire un confronto dialettico con le arti maggiori e favorire un’ermeneutica del gioiello contemporaneo di cui è più che mai evidente la mancanza come la necessità.

La ricerca accurata di Livia Tenuta guarda al gioiello attraverso una chiave di lettura inedita quale è quella della superficie presentando le opere di settantasei artisti, designer e artigiani secondo le diverse accezioni di pelle come sperimentazione, metamorfosi, narrazione, contatto, dualismo, innesto. La superficie determina la percezione che il gioiello trasmette di sè ma è anche struttura, stabilendo una  coincidenza del tutto singolare tra interno ed esterno.

Ne consegue che la pelle rappresenta l’ultimo e più avanzato strumento concettuale per comprendere il gioiello contemporaneo e la scelta della spilla si rivela quanto mai efficace oltre che suggestiva: libera dai vincoli dell’indossabilità la spilla mette in scena la tensione tra vista e tatto, materia e forma, comunicazione e concetto.

Nido

Sanae Asayama
1995
creta mescolata a particelle
di platino, oro

La voglia di sperimentare con i materiali, mixandoli, rimodellandoli e cambiandone completamente la natura, la troviamo nel lavoro di Sanae Asayama che, con audacia, prende i due metalli per eccellenza della gioielleria, l’oro e il platino, e li mescola alla creta, ottenendo così una superficie non convenzionale che, per bilanciare l’ardire di aver profanato i canoni tradizionali della gioielleria, si rifugia in una forma materna e certa, quella del nido. In questo caso la superficie non diventa altro che espressione della tecnica, non è che il risultato di una ricetta ben studiata di ingredienti diversi e inattesi.

Surprising

Margherita Burgener
2014
titanio, oro bianco, brillanti, topazi imperlati

La leggerezza del titanio affascina Margherita Burgener e le consente di realizzare una spilla dalle dimensioni importanti e assolutamente scenografiche, simile a una piccola scultura floreale.

Ancora una volta le sfumature cromatiche superficiali che definiscono ogni singolo petalo, accentuate dalla luminosità delle pietre centrali, catturano l’occhio dell’osservatore. Solo la presenza delle pietre preziose svela l’artificio e nega la naturalezza dei petali morbidi e leggiadri, forgiati a mano con incontestabile abilità.

MOONagination

Manuganda
the moon as I imagine
2015
ottone, cemento, magnete

Manuela Gandini (Manuganda) utilizza la sinterizzazione laser della cera per la spilla MOONagination: the moon as I imagine, in cui ricerca il colore e la superficie sempre diversa della luna attraverso sperimentazioni con il cemento che, a seconda della miscela utilizzata, cambia la sua pelle.

Black Sharp

Rosalba Balsamo
2014
poliammide

Rosalba Balsamo affascinata dal 3D printing inizia a sperimentare con il poliammide, restando però insoddisfatta per la porosità della stampa che rende tutti gli oggetti identici. Finché il disegno è sullo schermo è possibile controllarne le proporzioni, la grandezza, il dettaglio fino al millesimo, ma non si può, almeno per adesso, avere un feedback sull’effetto tattile come quando lo si ha tra le mani.

La soluzione è arrivata carteggiando e rendendo liscia la superficie in modo da eliminare le rugosità della stampa e successivamente tingendola di nero, dando alla spilla la pelle che le mancava.

Roots 2015

Roberta Risolo
ottone satinato a bulino con bagno di oro giallo e rutenio, corniola, pietra leccese, legno d’ulivo, acciaio
bulino dot satined brass with yellow gold and ruthenium bath, cornelian, pietra leccese, olive wood, steel

La superficie guarda al passato per la tecnica e all’oggi per la composizione formale. E proprio l’importanza del passato ci viene ricordata dalla spilla Roots di Roberta Risolo che tiene
fede alle sue radici con l’utilizzo del legno d’ulivo e della pietra leccese unita a lavorazioni tradizionali sul metallo in un’unica superficie che racconta una duplice realtà.


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